Italia - Piemonte - Barbera d'Alba 2004 - Cappellano


Raccontando la mia degustazione:


Mi aspettavo qualcosa di diverso da questa barbera d’alba, ma quando un ospite a cui l’ho fatta assaggiare  “coperta” l’ha giudicata “vino troppo vecchio”, mi sono posto un po’ di domande, valutare un vino al di là del nome, dell’età, del grado alcolico. Riassaggio e cerco di trovare qualche difetto, forse c’è davvero, ma non trovo molto che possa far definire questo vino “vecchio”, anzi, devo dire che la presente acidità, il colore granato e vivace, gli aromi di grande frutta, spezie e tanto altro che con il tempo si evolvono continuamente, dicono che è un vino ancora nel pieno delle forze nonostante i 10 anni trascorsi. Sono convinto anche che al primo assaggio non gli abbia dato il tempo di “aprirsi” a sufficienza, ma questo mi ha dato modo di sentirlo evolversi, muoversi e riprendere vita, come in una danza. Sinceramente sono un po’ contrario ad aprire ore e ore prima un vino invecchiato prima di degustarlo, idem per una decantazione che secondo me disperde un po’ di corredo olfattivo, mi piace di più sentire nel calice l'aprirsi e stiracchiarsi di un vino dopo il lungo riposo, fino a raggiungere così la sua mobilità ottimale.

Terminata la prima degustazione lo tappo togliendone l’aria, quindi nei giorni successivi ho modo di riassaggiarlo: sempre eccellente, quasi un giovanotto, ma con un buon fisico maturo.
Guardando poi la scheda del produttore mi accorgo con sorpresa che le vigne da cui si produce sono dichiarate di 60 anni, notevole, che non vengono utilizzati lieviti selezionati ma solo autoctoni, che la resa per ettaro è alquanto bassa, 50 q.li, che l’uso di solforosa è bassissimo, 30/40 mg/l, e che non subisce filtrazioni, infatti l’ultimo bicchiere l’ho riempito lentamente per via di un leggero residuo finale. A completare il tutto si può dire che il fattore “uomo” ha fatto il testo, che in questo caso è una sicura garanzia, un grazie a Teobaldo ed  Augusto.

Come vino mi ha pienamente soddisfatto, una barbera un po’ diversa, forse originale,  ma con quella sua caratteristica di fondo che la rende inconfondibile. L’abbinerei a piatti di carne in umido, stufati o spezzatini, ma anche per un pasto completo.

Il pensiero di Teobaldo sull'etichetta

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