LA SCELTA
Una degustazione un po’ strana, davvero originale. Ho voluto
provare questa esperienza su un vino considerato come un prodotto da consumare
giovane. Prodotto con una metodologia, la macerazione carbonica, che consente
una rapida produzione del vino con caratteristiche molto spinte sulla
fruttosità e sulla morbidezza, riesce a volte anche sopportare qualche anno in
bottiglia. Ho scelto un novello prodotto nel Veneto con uve Cabernet e Merlot,
due vitigni internazionali ormai consolidati in quella regione, da un’azienda,
la Domus Vini, in provincia di Padova. Questo novello ho sempre avuto modo di
assaggiarlo subito dopo la commercializzazione, e devo dire che mi è sempre
piaciuto, sia per la sostanza che per un buon equilibrio.
VERTICALE
La verticale di 3 annate comprendeva il 2011, 2012 e 2013.
Le tre bottiglie, tenute in cantina dall’acquisto in
posizione orizzontale, avevano sia il tappo sintetico, il 2011 e il 2012, che
quello in sughero agglomerato, il 2013.
BOTTIGLIE COPERTE
Iniziamo la degustazione con le 3 bottiglie coperte, quindi
senza influenze sull’età di ogni bottiglia.
Ovviamente non è stato facile capire le differenze di età:
dal colore il 2011 aveva quasi perso completamente le tonalità violacee, che rimanevano,
anche se lievi, nelle annate 2012 e 2013, comunque le sensazioni olfattive e
gustative non erano poi così nette e chiare per poter distinguere agevolmente
le varie età.
SENSAZIONI
I profumi erano a dir poco fuorvianti. Nonostante le
tonalità della frutta erano abbastanza simili, il tappo in sughero dell’annata
2013 ha forse arricchito i profumi con sentori leggermente evoluti, un’iniziale
“chiusura”, che non si è notata negli altri. Sul gusto si può dire che quella
intrigante morbidezza e la gradevole bevibilità, data dai 12 gradi di alcool,
si differenziavano di poco. Non c’erano più quell’esplosione di frutta rossa,
lamponi, fragole, prugne, che normalmente si sentono nel prodotto giovane, ma
erano comunque presenti anche se più sfumate e, in un certo modo, anche più
evolute, passando da frutta più matura a frutta quasi marmellatosa, pur con una
moderata intensità. In effetti il gusto rivelava meglio l’età, mentre i profumi
traevano in inganno.
CONFRONTI
Terminato il primo assaggio, siamo passati a scoprire le
bottiglie con notevoli sorprese: la bottiglia considerata più vecchia dalla
maggioranza dei presenti, era in realtà il 2013, anche se qualche naso più
sensibile, l’aveva considerata più giovane. Probabilmente il tappo in sughero
aveva condizionato il primo impatto dei profumi, traendo in inganno anche i
nasi più allenati.
Novello 2012 e 2013 confronto colori |
COLORI
2011 – Colore quasi privo di tonalità violacee, molto rubino
e una leggera venatura granata
2012 – Un bel rubino carico con ancora qualche leggera
sfumatura porpora
2013 – Praticamente simile al 2012, forse qualche tono in
più di porpora.
PROFUMI
2011 – Frutta molto matura, frutti di bosco, lamponi e
fragole, sentori di marmellata
2012 – Frutti di bosco maturi, in particolare il lampone
2013 – Frutti di bosco, all’inizio anche qualche venatura
speziata, complessivamente molto simile al 2012
GUSTO
2011 – Gradevole e morbido, la freschezza viene mitigata da
una sfumatura di marmellata di frutti di bosco
2012 – Molto bevibile, ancora buona la freschezza,
morbidezza fruttosa che riempie la bocca.
2013 – Praticamente simile al 2012 ma con una tonalità di
frutti di bosco meno maturi
In tutti e tre si nota la mancanza dell’intensità tipica del
giovane novello, ma i sentori di frutta sono rimasti decisamente integri.
RIASSAGGIO.
Provato un riassaggio dopo 2 giorni dall’apertura, ottima
tenuta e conferma delle prime valutazioni, uva di buona qualità. Degustando con
calma ho notato meglio le differenze tra le 3 annate che al primo impatto mi
sembravano tanto simili, la frutta molto matura sul 2011, un po’ meno sul 2012
e con alcune sfumature del tipico fruttato fresco sul 2013. Il tutto con quella
presenza moderata di alcool e quella decisa di morbidezza (glicerina).
TAPPI
Come dicevo sopra, i tappi delle annate 2011 e 2012 erano
sintetici (polimeri termoplastici espansi), mentre l’annata 2013 aveva quello
in sughero agglomerato. Tutti e 3 avevano un certo deposito di cristalli
(bitartrato di potassio) dovuto alla precipitazione di sostanze come acido
tartarico e acido malico, ho poi notato la stessa presenza di sali residui sul
fondo della bottiglia quando è terminato il contenuto, tutto questo è sinonimo di buona qualità del
prodotto.
Residuo |
LA MACERAZIONE CARBONICA
Due parole sul metodo produttivo del novello: la macerazione
carbonica. Alla vendemmia l’uva viene scelta perfetta ed integra, i vitigni
devono essere di tipo a maturazione abbastanza precoce e soprattutto non
aromatici. Posta in un contenitore ermetico, che viene poi saturato di anidride
carbonica, l’uva inizia una maturazione anaerobica all’interno dell’acino.
Succede che si attivano dei processi di metabolismo anaerobio: zuccheri
trasformati in alcool etilico (circa 2%), acido malico consumato, formazione di
glicerina, estrazione dalla buccia di sostanze aromatiche, formazione di
anidride carbonica. Tutto questo processo dura dai 7 ai 15 giorni circa e
prosegue con la normale spremitura e successiva fermentazione del mosto fino al
suo completamento, e al relativo trattamento e imbottigliamento.
L’uva nei contenitori ermetici, quando viene sovrapposta,
subisce ovviamente una schiacciatura, per cui una certa parte subisce la
rottura degli acini con diversificazione della macerazione carbonica, più
marcata negli acini integri e meno sul mosto formato dagli acini schiacciati.
E’ possibile anche utilizzare delle cassette sulle quali riporre l’uva senza il
rischio di schiacciatura, le cassette vengono poi sovrapposte all’interno del
contenitore ottenendo una totale quantità di uva integra.
La legislazione in Francia, patria della macerazione
carbonica, prevede l’uso di un solo vitigno: il Gamay, mentre in Italia si
possono utilizzare vitigni diversi (ve ne sono 60 previsti) ed è possibile
ottenere il prodotto utilizzando solo il solo 30% derivato da macerazione
carbonica, fortunatamente ci sono anche produttori che utilizzano il 100%, come
nel caso dei novelli degustati.
Andywine
Andywine
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